Di Procida, un recensore ha scritto su Tripadvisor che “arrivando dal mare si notano i colori vivi delle facciate delle case del porto, come se fossero pastelli dentro una scatola per bambini“. Leggenda vuole che le case gialle, rosa, verdi, azzurre, bianche di Marina Grande e della Corricella consentissero ai procidani, in gran parte pescatori e marittimi, di riconoscere, da mare, ciascuno la propria abitazione.
Insieme a Ischia Ponte e Sant’Angelo, il borgo della Corricella è un’altra importante testimonianza dell’architettura mediterranea, e un motivo in più per non considerare Procida – come pure qualcuno maliziosamente fa – soltanto lo scalo intermedio alla volta di Ischia.
Un pregiudizio bello e buono, per di più infondato. Ischia è un’”isola di terra“; Procida è storicamente famosa per la sua marineria. Più del 30% della superficie di Ischia è occupata dal Monte Epomeo che, con i suoi 789 metri, giganteggia alle spalle dell’”isola di Arturo” celebrata da Elsa Morante. Procida invece è piatta, tanto che la sua vetta più imponente – si fa per dire – è l’antica fortezza di Terra Murata a neanche cento metri (91 mt.) sul livello del mare.
Non solo. Ischia, insieme con Capri, da decenni vive di turismo con tutti i vantaggi, ma anche gli inconvenienti della complessa industria dell’accoglienza. Procida è rimasta un’isola di pescatori, marinai, pendolari e, solo da qualche anno, imprenditori del turismo. In altre parole, l’”isola di Graziella” (dal famoso romanzo di Alphonse de Lamartine) ha conservato un’impronta autentica, genuina, che si respira profondamente il Venerdì Santo di Pasqua, quando la mattina presto, per le stradine strette dell’isola va in scena la “Processione dei Misteri”.
Un evento religioso antichissimo, risalente al ‘600, che comincia alle quattro del mattino con la veglia funebre alla statua del “Cristo morto” all’interno della chiesa di San Tommaso d’Aquino, sede dell’Arciconfraternita dei Turchini. La statua viene poi portata in processione nella cinquecentesca chiesa di San Michele Arcangelo, patrono dell’isola. Dal panorama struggente di Terra Murata, comincia poi, verso le 7.30, la sfilata dei Misteri, pesanti rappresentazioni del Vecchio Testamento e del Vangelo realizzate con cartapesta, legno, plastica e polistirolo. Di pregevole fattura, le tavole vengono portate a braccio fino a Marina Grande, la prima cartolina dell’”isola del Postino“, stavolta dall’ultimo, bellissimo film di Massimo Troisi, in gran parte appunto girato a Procida. Il tutto con il “basso continuo” della tromba e del tamburo che accompagna la processione e i bambini, in coda alla processione, vestiti da angioletti.
Se state pensando di venire a Ischia nella settimana di Pasqua, sappiate perciò che la Processione dei Misteri di Procida è un appuntamento da non perdere. Come pure, indipendentemente dal periodo, una visita alla vicina isola di Vivara, gioiello naturalistico di inestimabile valore in mezzo al Mediterraneo. Restano le spiagge di Ciraccio, Chiaolella, della Chiaia, della Lingua, della Silurenza e resta, soprattutto, la genuinità e la gentilezza di un popolo saggio perchè abituato alle insidie e ai pericoli di chi va per mare.
Magia di Procida!!!