Via Iesca è un ripido sentiero sterrato che dal belvedere di Serrara porta fin sulla spiaggia dei Maronti, passando a fianco il bacino idrotermale di Cavascura. L’accesso è da Via Andrea Mattera, la Strada provinciale num. 480 da cui è possibile arrivare anche a Sant’Angelo via Madonnella, la parte alta del borgo. Il consiglio, però, è affrontare il sentiero in salita in modo da ridurre il rischio cadute a causa del terreno sdrucciolevole e, soprattutto, non sollecitare troppo le articolazioni come avviene, invece, quando lo si percorrere in discesa.
In questo secondo caso, bisogna imboccare via Fondolillo, la strada alle spalle delle “Fumarole” di Sant’Angelo, il tratto di spiaggia dei Maronti famoso per la possibilità di fare il bagno anche in inverno grazie alle numerose polle d’acqua termale calda fin sul bagnasciuga.
Ciò detto, quella di Via Iesca è un’escursione incredibile, rivelatrice della complessità geologica dell’isola d’Ischia e dell’esemplare capacità di adattamento dell’uomo a condizioni ambientali assai difficili. Di quest’ultimo aspetto, in particolare, ci si accorge immediatamente per la presenza di vigne e orti domestici in luoghi altrimenti difficilmente accessibili. Testimonianze importanti della caparbietà con cui, nel tempo, i contadini ischitani sono riusciti a ricavare da una natura difficile e instabile appezzamenti di terreno da destinare all’agricoltura.
Quello descritto, infatti, è un vero e proprio canyon, una delle diverse “gole” che caratterizzano l’orografia del versante meridionale dell’isola d’Ischia, assai più accidentato della costa settentrionale. Una diversità territoriale che spiega, storicamente, come mai i comuni a nord dell’isola si siano aperti prima degli altri al turismo e ai traffici con la terraferma, mentre Serrara Fontana, Barano e (in parte) Forio hanno mantenuto più a lungo la loro impronta rurale.
Insomma, Via Iesca è un altro capitolo dell'”altra Ischia“, il racconto di quella parte dell’isola che solo in tempi recenti, sulla scia di un’accresciuta sensibilità ambientale, comincia a essere maggiormente valorizzata dal punto di vista turistico. Del resto, la vista dei Maronti e della Torre di Sant’Angelo, sempre più nitida man mano che si risale la cava, spiega da sola il fascino di quest’escursione che termina in piazza Pietro Paolo Iacono, nel cuore di Serrara Fontana.
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