Se è vero che la storia di Ischia Ponte è indissolubilmente legata a quella del Castello Aragonese, è anche vero che l’antico “borgo dei Gelsi”, o “di Celsa”, ha una storia religiosa, civile, artistica, che sarebbe riduttivo spiegare con la sola contiguità alla fortezza di Alfonso V di Aragona. Innanzitutto, in un’isola a forte vocazione agricola, Ischia Ponte, insieme ai borghi di Sant’Angelo e, in parte, all’antico comune del Testaccio (oggi frazione di Barano d’Ischia), rappresenta un’enclave di pescatori.
Un borgo marinaro dunque, con una sua dignità urbanistica che storicamente testimonia la possibile convivenza tra classi diverse. Certo, il gioco di alti e bassi tra le case dei pescatori e i palazzi patrizi restituisce l’antica stratificazione sociale del territorio, tuttavia con esiti molto diversi rispetto alla tendenza, emersa poi negli anni del turismo, a lasciare gli insediamenti costieri appannaggio quasi esclusivo dei ceti più abbienti. Per non dire dello splendido intermezzo, in questo paesaggio, rappresentato dal Palazzo del Seminario, sede della curia vescovile, e dalle bellissime chiese dello Spirito Santo e dell’Assunta, a dimostrazione del forte ascendente del clero sulla comunità.
A questo proposito, pare che Ischia Ponte sia il borgo natìo (altre fonti accreditano la vicina Procida) di una delle figure più controverse della Chiesa Cattolica, il Cardinale Baldassarre Cossa (1370 – 1418), tra i protagonisti del drammatico conflitto interno alle gerarchie ecclesiastiche noto come Grande scisma d’Occidente.
Meglio conosciuto come Giovanni XXIII (da non confondere con l’altro, e ben più famoso Papa Giovanni XXIII, Angelo Giuseppe Roncalli, 1881-1963), il cardinale Cossa fu eletto Papa al termine dei lavori del Concilio di Pisa (1408) che, convocato col fine dichiarato di ricomporre la frattura tra i cardinali di “obbedienza romana” e quelli di “obbedienza avignonese”, ottenne l’effetto contrario di allargare ulteriormente il fronte scismatico, dando vita a una terza corrente, detta appunto di “obbedienza pisana”.
Ma il cardinale Cossa è passato alla storia con l’appellativo, a primo acchitto molto grave, di “antipapa”, dopo che il successivo (a quello di Pisa) Concilio di Costanza ne ebbe disposto la deposizione per compravendita di cariche ecclesiatiche (simonia), scandalo e scisma.
In realtà le cose andarono in maniera molto diversa da quanto si potrebbe essere indotti a ritenere seguendo la cattiva aura del termine, non foss’altro che anche gli altri due papi regnanti in quel momento, Gregorio XII a Roma e Benedetto XIII ad Avignone, negoziarono in quella circostanza le loro dimissioni. Resta, quella del Cardinale Baldassare Cossa, una parabola umana e religiosa molto controversa, equamente divisa tra accuse infamanti, tra le altre quella di omicidio, e amicizie politiche molto influenti, come quella con la famiglia De’ Medici, in ossequio al cui volere, la salma del prelato giace nel bellissimo Battistero di Firenze.
Se a questa complicata vicenda umana aggiungiamo la millenaria storia del Castello Aragonese, incrocio delle diverse dinastie che si sono succedute nel Regno di Napoli e di alcune grandi famiglie come i D’Avalos e i Colonna, comprendiamo meglio l’importanza storico – culturale di Ischia Ponte. Una località dove la “cultura alta” di nobiltà e clero è vissuta fianco a fianco con un abitato di umili pescatori, le cui gesta sono state, tra l’altro, magnificamente rappresentate dall’arte dei grandi Aniellantonio Mascolo, Mario Mazzella e Gabriele Mattera, i tre artisti che nel ‘900 hanno tratto ispirazione dalla vita frugale della borgata, ricevendone di contro grande riconoscimento artistico.
Come il turista può scoprire da sè, magari visitando la bella Galleria d’Arte di Mario Mazzella, oggi con grande dedizione e professionalità portata avanti dal figlio dell’artista, a conferma del legame stretto, strettissimo, tra arte e territorio nel bellissimo borgo mediterraneo di Ischia Ponte.