Sbirciando per il web non si può far a meno di notare che il grosso delle recensioni su Sant’Angelo, gira e rigira, ruota tutto attorno alla specificità del luogo, al suo essere diverso dal resto dell’isola d’Ischia.
Al lettore più accorto viene subito da chiedersi quanto sia autentica questa convergenza di giudizio, o al contrario, se si tratti di una forzatura turistica. Ebbene nel caso di Sant’Angelo non è millanteria e le definizioni ricorrenti di “isola nell’isola” o di “piccola Capri”, colgono, tra l’altro solo in parte, la magia di questo antico borgo marinaro.
Il primo particolare è “la sorpresa”, nel senso che questo paesino di pescatori si trova al termine di una strada che poco o nulla lascia intuire della straordinaria bellezza che, di lì a poco, compare davanti.
Il secondo è la “veduta d’insieme” di un altro esempio tipico di architettura mediterranea dell’isola che, però, a differenza di Ischia Ponte, trova la sua cifra estetica nell’ideale divisione in due dell’abitato: da un lato la Madonnella, la parte alta, con i suoi caratteristici vicoli, la chiesa di San Michele Arcangelo e un piccolo cimitero; dall’altro la piazzetta, il porticciolo turistico e la “Torre”, l’isolotto tufaceo che domina il borgo.
Il terzo aspetto è l’atmosfera sui generis a cui contribuiscono i negozi, i ristoranti, e soprattutto i diversi alberghi a conduzione familiare presenti. Tutti, rigorosamente, con una meravigliosa vista mare. Last but not least, Sant’Angelo è l’unico sobborgo dell’isola d’Ischia interamente pedonalizzato. La presenza di parcheggi all’ingresso del paese giustifica il divieto d’accesso.
In verità, anche il percorso che si sceglie di fare per raggiungere la località non è indifferente. Dal porto di Ischia sono due gli itinerari possibili in auto, scooter o con i mezzi del trasporto pubblico locale. Da Forio, superate Casamicciola Terme e Lacco Ameno, percorrendo la strada statale che congiunge il centro del paese con la frazione di Panza; oppure da Serrara Fontana, che poi è il comune di cui Sant’Angelo amministrativamente fa parte, via Barano.
Seguendo il primo percorso, anche il visitatore più distratto scopre da sé che nel lato nord dell’isola Ischia i centri abitati sorgono tutti a pochi metri sul livello del mare e accorpano la quasi totalità dei servizi pubblici essenziali: scuole, l’ospedale e i presidi di pubblica sicurezza. Il secondo tragitto, quello via Barano, è invece più accidentato, con una morfologia per gran parte collinare solcata da profonde cave che declinano verso il mare.
La diversità geografica spiega storicamente anche le differenze sociali, tanto da poter abbozzare, sia pure con le dovute cautele, l’immagine di un’isola che per molti anni è stata a due velocità: con una parte, quella settentrionale, dedita maggiormente al commercio soprattutto per la presenza dei due porti di Ischia e Casamicciola Terme; e l’altra parte – Barano, Serrara Fontana e anche Forio – dedita invece prevalentemente all’agricoltura.
Ecco, Sant’Angelo ha rappresentato un’eccezione pure da questo punto di vista, poiché, come già detto, l’antica vocazione di questo lembo di terra è stata la pesca, non l’agricoltura, né tanto meno il commercio con la terraferma. Si può quindi affermare che il turismo non ha fatto altro che ribadire quest’antica diversità, privilegiando il giusto equilibrio tra le ragioni della valorizzazione economica e l’identità profonda degli abitanti.
L’esito felice di questa scelta all’insegna della “giusta misura” è un borgo ricco di fascino e storia, dove forse l’atmosfera piacevolmente malinconica dei mesi primaverili, e ancor di più di quelli autunnali, svela meglio della confusione estiva il lato intimo, nascosto di Sant’Angelo, il territorio più a sud dell’isola d’Ischia.
Non ci sono dubbi; uno dei più bei posti dell’Italia intera.