In più circostanze abbiamo evidenziato come, sull’isola d’Ischia, per accordare preminenza agli edifici sacri si sia dovuti ricorrere spesso a soluzioni architettoniche inconsuete, condizionate gioco forza dall’andamento stradale. La chiesa di San Francesco di Paola, poco distante dall’omonima spiaggia, è un’ulteriore conferma a riguardo.
L’edificio, infatti, si trova sulla salita che porta al belvedere di Zaro, per la precisione sotto il tornante che precede l’ultimo ripido strappo verso questo stupendo punto panoramico intitolato al fondatore dell’Opus Dei, Josemarìa Escrivà de Balaguer.
La chiesa, invece, pur se più conosciuta col nome di San Francesco di Paola, è intitolata alla Madonna di Montevergine, e la sua prima edificazione risale alla metà del ‘600. Oltre un secolo dopo, nella seconda metà del ‘700, su richiesta di tale “Fra” Michele Alemanno, anacoreta proveniente dall’eremo di San Nicola, alla preesistente chiesetta venne aggiunto un piccolo eremo.
L’Università di Forio accordò il permesso al frate, riservandosi però il diritto di patronato, compresa la facoltà di indicare volta per volta a chi affidare l’edificio. E veniamo alla seconda metà dell’800, per la precisione al 1863, allorquando l’amministrazione comunale si trovò dinanzi a una difficile decisione.
La chiesa, infatti, attraversava una lunga fase di declino, acuita dalla reggenza di tre eremiti dalla condotta assai discutibile. Da qui la scelta, in capo all’ente, su chi dovesse occuparsi delle sorti dell’edificio. La preferenza, al termine di un lungo conciliabolo, ricadde su un cappellano, cui venne affidato anche un ulteriore ampliamento della struttura.
Vennero così realizzati il giardino, la cisterna, il dormitorio e altri locali che qualche anno più tardi, nel 1901, si rivelarono fondamentali per consentire al medico Giovanni Angelo Patalano (1873-1957) di fronteggiare l’epidemia di vaiolo arabo che aveva colpito Forio.
Tuttavia i costi di manutenzione della chiesa gravavano sulle casse comunali, e perciò quando all’ente si presentò l’occasione di potersene disfare, la decisione fu assunta senza tentennamenti. Nel 1924 gli Stead, famiglia inglese di stanza sull’isola, ottennero dal comune l’enfiteusi perpetua sul santuario.
Si andò avanti così fino all’inizio della seconda guerra mondiale. Lo scoppio del conflitto, con l’Italia e la Gran Bretagna l’un contro l’altra armate, determinarono l’allontanamento degli Stead che furono espropriati anche dell’immobile addossato alla chiesa realizzato nel frattempo. Bisognò attendere la fine delle ostilità perché potessero tornarne in possesso.
Intanto nel 1948 si procedette agli ultimi lavori di ampliamento della chiesa con l’aggiunta delle due navate laterali e della torre campanaria. Da allora l’aspetto della Chiesa di San Francesco di Paola, apprezzata per la sua semplicità tipicamente mediterranea, non è più cambiato.
Degne di particolar menzione le decine di edicole votive lungo la strada che porta alla chiesa. Alcune sono ex voto di famiglie della zona; altre, invece, raffigurano le stazioni della Via Crucis di Gesù Cristo e recano le iniziali di Maria Helaine Hussey e di Cleves Stead Marrett, rispettivamente moglie e figlia del capofamiglia Alfred Stead.
All’interno, infine, segnaliamo la pala d’altare raffigurante San Francesco di Paola e Santa Caterina d’Alessandria opera del pittore foriano Cesare Calise; un crocifisso ligneo del ‘700; un busto di San Francesco di Paola e altre statue raffiguranti la Madonna e Sant’Anna.
Orario Ss. Messe:
– invernale fer ven 18.00 / fest 10.00 – 18.00
– estivo dom.10.00-19.00