A chi vi chiederà che impegni avete quel giorno – quello in cui deciderete di andarci -, rispondete che avete un appuntamento importante. Di più, dite che l’impegno è di quelli a cui è impossibile rinunziare, mantenendo, allo stesso tempo, il giusto riserbo su ciò che vi accingete a fare, nell’interesse superiore della preservazione del luogo che di lì a poco visiterete: Piano Liguori.

Non è retorica. È che l’isola d’ischia, dal punto di vista ambientale, ha pagato un prezzo alto, – forse inevitabile, ma comunque salato -, alle esigenze dello sviluppo turistico, giacché oggi, la sopravvivenza di questo antico borgo contadino funziona sia come luogo della memoria che, soprattutto, come speranza per un futuro turistico più attento alle specificità ambientali del territorio.

Lo hanno capito bene gli organizzatori del P.I.D.A. (Premio Ischia Internazionale di Architettura) che, in occasione della V edizione (2012) dell’omonimo premio, ha organizzato un workshop per la rigenerazione di questo tipico tessuto abitativo rurale. L’idea, coraggiosa, è di trasformare questo antico borgo rurale in un albergo diffuso, sulla scorta di esperienze simili realizzate con successo in altri centri abitati minori. Per adesso resta un’idea con tanto di progetti, per cui, nel frattempo, va bene anche “solo” godersi gli scorci, i panorami che un posto come questo, come l’isola d’Ischia in generale, sanno regalare.

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Piano Liguori è raggiungibile dalla frazione collinare del comune di Ischia, Campagnano, oppure dal villaggio dello Schiappone, nel comune di Barano d’Ischia, dove c’è un bellissimo santuario dedicato alla Madonna di Montevergine. Questo secondo sentiero, Schiappone-Piano Liguori, è più impegnativo del primo, assolutamente non indicato per chi soffre di vertigini, o comunque ha poca o nulla dimestichezza col trekking su un sentiero che in certi punti è molto stretto. Da Campagnano invece non ci sono particolari controindicazioni, se non il rispetto delle comuni regole in uso tra gli appassionati del trekking, come un abbigliamento adatto, evitare l’escursione nei periodi più caldi della giornata, una scorta d’acqua sufficiente a idratarsi lungo il percorso. Bisogna imboccare la strada laterale di fianco alla Chiesa di Santa Maria Annunziata, una via tutta salite e tornanti, che da un certo punto in poi diventa anche sterrata. La fatica del percorso è ampiamente ricompensata dalla bellezza del paesaggio circostante.

Ettari di vigneti e orto realizzati su terrazzamenti a strapiombo sul mare che chiariscono bene, meglio di tante parole, perchè dell’agricoltura ischitana si sia sempre sottolineata l’eroicità, il carattere titanico di alcune opere murarie ancora attualissime, ancorché rudimentali. Dopo tanto vagare tra uva, carciofi, fave o pomodori (dipende chiaramente dal periodo dell’anno in cui si decide di effettuare l’escursione), compare innanzi il bel ristorante panoramico della famiglia Trani, parte integrante di quel che resta, una trentina di persone in tutto, del villaggio di Piano Liguori.

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Il tempo di rifocillarsi con una bruschetta e un buon bicchiere di vino, rigorosamente a km 0, e ci si può dedicare all’ultima parte di escursione, quella tra i ruderi del borgo rurale che si trovano proprio alle spalle della trattoria.

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Immaginare come si viveva un tempo qui, a più di 300 metri sul livello del mare
e a quasi 3 chilometri di distanza dalle luci, gli hotels e le boutiques di Ischia Porto è un esercizio utile per capire storicamente quali sono le radici, i valori del’isola e degli ischitani, con cui, forse oggi, è possibile riconciliarsi anche dal punto di vista turistico.