In Italia cresce lenta, ma inesorabile, una nuova cultura dell’alimentazione. Quella della tracciabilità dei prodotti sta diventando una sensibilità diffusa, che poggia anche sull’indignazione per quel che sta emergendo dalle inchieste sullo smaltimento illegale dei rifiuti.
Ischia, con i suoi orti domestici e le piccole tenute può dire la sua, connotando positivamente il fatto di “essere un’isola”. Una località dove la preferenza per i prodotti a km 0 è quasi la norma e non un vezzo elitario, radical-chic. Perciò la storia della famiglia Coppa e della “siena” di Via Funno a Forio è più che una testimonianza, ma un’occasione da cogliere al volo per turisti e residenti.
Certo, vanno esaltati i prodotti che la “ditta” di Peppino, Carmela e figli riesce a tirare fuori, ma prima di tutto va esaltato lo spirito di sacrificio che è alla base della vita nei campi. Nel caso del capostipite Giuseppe Coppa, classe 1935, le sveglie all’alba sono sempre state l’ultimo dei problemi.
Carpentiere, minatore, taglialegna e infine giardiniere sono i mestieri che hanno consentito a Peppino di rilevare, negli anni ‘60, un bello e assolato pezzo di terra proprio sotto la Chiesa di San Vito Martire, a Forio, scommettendo sul fatto che turisti e residenti avrebbero avuto bisogno di uno come lui. Un uomo cioè che decide di tornare nel paese natìo dopo dieci anni tracorsi in Canada, fermamente determinato a fare l’agricoltore a casa propria, in pieno centro storico e, per di più, proprio mentre gli ischitani voltavano le spalle all’agricoltura confidando nelle “magnifiche sorti e progressive” del turismo di massa.
Più di mezzo secolo di attività e quasi una vita intera dedicata al lavoro dimostrano che Peppino aveva ragione. Prova ne sono i magnifici prodotti della terra e la splendida famiglia al suo fianco nell’impresa.
L’”orto capolavoro” di Via Funno a Forio è un appuntamento imperdibile non solo per chi è persuaso della necessità di valorizzare i prodotti del territorio, ma anche per chi è sensibile alle ragioni dell’estetica. Nella tenuta dei Coppa ogni metro quadro evidenzia l’amore e la cura impiegata nell’alternanza delle colture di stagione.
Arrivarci è semplicissimo. In macchina, dal porto di Forio bisogna imboccare il lungomare Giovanni Mazzella e poi svoltare a sinistra in corrispondenza di Via Degli Agrumi. Di lì proseguire e poi svoltare di nuovo a sinistra all’altezza di Via Funno, il cui accesso è proprio un attimo prima della salita che conduce alla Basilica Pontificia di San Vito.
A piedi, sempre provenendo dal porto, bisogna percorrere per intero la strada basolata che porta alla Chiesa, compreso un breve tratto in discesa e poi girare stavolta a destra all’altezza di Via Funno. Nel caso, arrivati nella piazza di San Vito è sufficiente chiedere a qualcuno in zona è il gioco è fatto.
Magia dell’isola d’Ischia!!!
Serve maggiore sicurezza alimentare e maggiore tracciabilità. Esistono aziende che offrono servizi di tracciabilità, come SEiD, ad esempio, che propone un sistema innovativo di tracciabilità, di facile utilizzo e a basso costo. Il sistema di certificazione SEiD prevede una doppia etichetta che permette al consumatore di avere le informazioni sulla tracciabilità del prodotto, interrogando un primo codice (alfanumerico e irripetibile) prima dell’acquisto, ma poi attraverso il secondo codice, nascosto e consultabile solo dopo l’acquisto, si ha accesso anche ad una serie di dati sul post vendita come le garanzie o i consigli per l’utilizzo. La lettura del codice è facile e veloce: basta scaricare un’app generica per la lettura dei Qr-code (o scaricare l’app ufficiale SEiD)”.