Ingredienti (6 persone):
2 conigli (peso netto max. 1,2 Kg.) | olio di semi di arachidi |
10 pomodorini (del Vesuvio o datterini) |
sale q.b. |
maggiorana fresca q.b | prezzemolo |
timo q.b. | 2 peperoncini freschi |
4 bicchieri di vino bianco (Biancolella o Forastera) |
3 teste di aglio (italiano) |
1 bicchiere abbondante di olio extravergine di oliva (mezzo per coniglio) |
un tegame di creta (già usato) |
Se per ogni ricetta è (quasi) sempre sottinteso che esistono diverse varianti, nel caso del mitico “coniglio all’ischitana” le varianti non sono poche e nemmeno tante: sono migliaia, (quasi) quante sono le nonne, le zie, le mamme che ogni domenica portano sulle tavole degli ischitani quest’animale dalle pregiate carni bianche.
Perciò prima di passare al procedimento, è bene chiarire che quello che fa veramente la differenza sono le materie prime impiegate: gli odori, l’aglio, il pomodoro e, soprattutto, le carni dell’animale. Infatti, fino a non molti anni fa, il coniglio, a Ischia, veniva allevato in profonde buche dove i contadini riponevano i residui di potatura dei vitigni, le bucce delle leguminose (soprattutto fave) e le graminacee che crescevano nei campi.
Oggi i “fossi” o le “fosse” – a Ischia ci si divide anche su questo – non ci sono quasi più, sostituite, salvo qualche lodevole eccezione, dalle più pratiche gabbie, e però un buon compromesso, soprattutto se l’allevamento è destinato all’autoconsumo, è quello di continuare a nutrire l’animale alla “vecchia” maniera, invece che con i mangimi industriali.
Idem per il resto: vino, spezie, pomodori tutto deve essere di “casa” o, meglio ancora, di qualità e dalla filiera certa.
Veniamo alla ricetta:
(1) Soffriggere in una padella di alluminio una testa d’aglio in camicia in olio di semi di arachidi.
(2) Aggiungere, a debita distanza l’una dall’altra, le parti dell’animale: cosce di dietro; cosce davanti; pezzi di mezzo; costole; spalle; testa (divisa a metà) e le interiora avvolte nel prezzemolo. Il fegato va aggiunto in un secondo momento nel tegame di creta. (3) Asciugare i pezzi su carta assorbente.
(4) Riporre il coniglio nel tegame di creta con olio extravergine di oliva e altri spicchi d’aglio in camicia.
(5) Aggiungere pomodorini, peperoncino, sale e vino bianco.
(6) Fare sfumare il vino a fiamma vivace badando a non sfilacciare le carni.
(7) Aggiungere le spezie.
(8) Continuare la cottura senza coperchio per circa 1 ora controllando la consistenza dell’intingolo per il condimento della pasta.
(9) Bucatini (in alternativa penne lisce) il formato di pasta consigliato.
meglio penne rigate
A Ischia al posto del timo e della maggiorana si usa la piperna è il rosmarino
Il coniglio all’ischitana è una delle tante prelibatezze che si mangiano nella nostra regione Campania; ha una marcia in più per il modo come viene allevato, cotto, mangiato. Si deve dare merito a una cultura culinaria di tradizioni antiche.