C’è il Göreme National Park, in Turchia, addirittura patrimonio dell’Unesco. Oppure la riserva naturale dei Ciciu del Villar, in provincia di Cuneo e i menhir del Salento. Poi ci sono loro: i Pizzi Bianchi
Dove? Sull’isola d’Ischia, naturalmente! L’aspetto curioso è che sono più i turisti a sapere di questo sito che non gli ischitani, molti dei quali conoscono la località solo di fama, per sentito dire, senza mai esserci stati di persona. Eppure raggiungere i Pizzi Bianchi non è difficile.
Il percorso parte dalla contrada di Noia nel comune di Serrara Fontana e arriva, a patto di disporre di un’attrezzatura adeguata e, soprattutto, di una guida esperta, fino al bacino idrotermale di Cavascura, sulla spiaggia dei Maronti. Pure senza calarsi nella cava che conduce fin su la spiaggia, passando per quelle che, con linguaggio da speleologi, vengono chiamate forre o calanche, la passeggiata dei Pizzi Bianchi è un’occasione imperdibile per conoscere l’ “altra Ischia“, quella lontana, non solo fisicamente, dalle luci, il rumore e la movida della Riva Destra o degli accorsati locali di Via Roma e Corso Vittoria Colonna.
Per guadagnare la vista dei “Pizzi di Don Andrea”, l’altro nome con cui è conosciuto il luogo, bisogna imboccare una ripida via in discesa che fino a un certo punto è asfaltata e poi diventa sterrata. Fatta salva l’indicazione all’inizio, durante il tragitto non c’è segnaletica, per cui conviene chiedere a qualcuno del posto l’esatta direzione.
strong>Anche se, in fondo, bisogna tirar dritti fino a quando i colori tipici della macchia mediterranea e quelli, altrettanto stupendi, dell’agricoltura di stagione, cedono il passo a un paesaggio completamente diverso, lunare, con qualche agave qua e là a far da contorno.
È solo la vista del mare sullo sfondo a mitigare lo spaesamento davanti alla maestosità di queste rocce, – alcune alte fino a sei metri -, che improvvisamente compaiono davanti con la loro forma affusolata e conica. I Pizzi Bianchi sono il risultato, tra l’altro mai definitivo, dell’azione erosiva del vento e delle acque meteoriche che impattano su un banco di tufo, creando grotte e anfratti naturali su più livelli. Al limite, – ripetiamolo -, anche visitabili con attrezzatura e guide esperte al seguito.
Quel che è certo è che se desiderate visitare i villaggi trogloditici della Cappadocia, oppure i megaliti di Stonehenge, avete, sia pure su scala ridotta, una validissima alternativa ad appena un’ora da Napoli. L’isola d’Ischia e i Pizzi Bianchi di Serrara Fontana vi aspettano!