Secondo una leggenda di tradizione orale dell’isola d’Ischia, i pescatori quando incrociavano una tromba marina sporgevano il sedere fuori dal gozzo per far vedere al diavolo che loro non avevano la coda. Il vortice, infatti, era la coda di Lucifero – “a cor ’e zefere” in dialetto – a cui gli ischitani opponevano questo gesto scaramantico insieme alla recita di uno speciale “Pater Noster”.

IMG_7587 “Pater noster
In cielo, in terra e in mare

Voi state

Guardateci da questo diavolo
Pater noster
Pater noster
Spezza la coda del diavolo
che senza coda non è più nessuno”.


E funzionava! Almeno così sostiene la leggenda
, che testimonia del forte sentimento di fede che tuttora anima quella che rimane una minoranza sull’isola, a cui però conviene volgere lo sguardo se si è interessati ad approfondire il “genius loci” di Ischia.

Non a caso, le ricorrenze popolari più suggestive portano la loro “firma: la spettacolare “Festa di San Michele” a Sant’Angelo e, prima ancora, la “Festa a mare agli Scogli di Sant’Anna” che nasce proprio dall’antica consuetudine dei pescatori di Ischia Ponte di venerare una cappella dedicata alla madre della Madonna nella vicina baia di Cartaromana.

Ci sono le feste ma poi, assai più importante, c’è la quotidianetà. Uscire in mare tutti i giorni – cor ’e zefere permettendo – a bordo di “Zio Salvatore“, “Kalimera“, “Άγγελος“, le barche su cui vengono sistemate le reti rammendate il giorno prima sulla Spiaggia dei Pescatori alla Mandra.

Questa, ancora oggi, è la vita dei pescatori ischitani che trovate, quasi sempre di buon mattino, sul piazzale antistante il Castello Aragonese a Ischia Ponte (oppure al porticciolo di Sant’Angelo e al molo borbonico a Forio).

La compravendita del pescato è uno dei miti più potenti della mediterraneità. Senza dubbio efficace da un punto di vista promozionale ma, come tutti gli stereotipi, anche rivelatore delle abitudini di un popolo. In questo caso i gabbiani che volano attorno le barche, l’attesa in banchina dell’arrivo dei pescatori, il vociare degli astanti e la trattativa veloce sul prezzo.

Sullo sfondo, il Castello Aragonese. Sempre diverso eppure sempre uguale, proprio come il rito quotidiano della vendita del pescato e, in fondo, come l’isola d’Ischia: cambiata, ma non stravolta dal suo presente turistico.

Vi aspettiamo!!!