Da quando il turismo è diventato l’unica industria dell’isola d’Ischia, feste e tradizioni popolari sono “naturaliter” diventate attrattive buone innanzituto a stimolare la domanda, tanto che per alcune manifestazioni particolarmente sentite come la Festa sugli scogli a mare di Sant’Anna nel comune di Ischia, o quella di San Michele Arcangelo, patrono del borgo di Sant’Angelo, gli alberghi “in zona” registrano, immancabilmente, il “tutto esaurito”.
Del resto, che le manifestazioni religiose coincidano con il grosso dell’offerta culturale del territorio dimostra il forte sentimento di devozione popolare che, nella stragrande maggioranza dei casi, rimanda a riti e consuetudini antichissime, precedenti l’avvento del Cristianesimo stesso. Alla Chiesa cattolica va riconosciuta storicamente la capacità di aver riplasmato il mito pagano adattandolo ai propri fini liturgici, con il risultato – interessantissimo dal punto di vista antropologico – che alcune di queste “tracce” pagane, o sono state santificate, depurando in questo modo l’elemento profano in esse contenute, oppure restano ben visibili in coda alle celebrazioni religiose.
Come altrimenti spiegare l’intricata vicenda da cui muove il folcloristico ballo della ‘ndrezzata di Barano d’Ischia, o la chiusura della bella e sentita Corsa dell’Angelo di Forio, quando il portatore dell’enorme asta di legno dell’Arciconfraternita Santa Maria di Visitapoveri deve, al termine della processione, abbassarla per tre volte in segno di ossequio e ringraziamento, avendo però premura che la stessa non tocchi terra. Nel primo caso, il ballo rievoca la fine di un’accesa lite tra gli abitanti di Buonopane e Barano, con la pace tra le due frazioni sancita bruciando l’oggetto della contesa (una cintura) davanti la locale Chiesa di San Giovanni Battista. Tanto la cintura che la scelta della Chiesa rivelano significati simbolici connessi ai temi della fecondità, la castità (la cintura) e l’ingresso dell’estate, salutato con l’antica pratica dei fuochi solstiziali (da cui il famoso falò di San Giovanni). Dunque non è un caso che questa danza si svolga ogni anno il 24 giugno in occasione dei festeggiamenti di San Giovanni Battista, come certamente non è difficile, tornando alla Corsa dell’Angelo che si svolge la domenica di Pasqua (per le offerte di Pasqua degli hotel di Ischia clicca qui), scorgere le similitudini con antichi riti di fecondazione della Madre Terra.
Anche la festa in onore di Santa Restituta a Lacco Ameno incrocia il tema della fecondità. L’associazione della Santa con la specie floreale del Lilium Candidum (giglio bianco) è un artificio simbolico tipico del paganesimo di età ellenistica. Il giglio che in età pre – cristiana rappresentava la fecondità (vd. Festa dei Gigli di Nola), nel cristianesimo vede il suo significato traslato in simbolo di purezza e castità ed è sovente associato al tema del martirio.
Interessante da ultimo, la genesi della Festa di Sant’Anna a Ischia che, pochi sanno, venne istituita nel 1932 su auspicio e impulso dell’Opera Nazionale Dopolavoro (O.N.D.) fascista. La strategia di regime prevedeva la creazione o la ri-significazione di antiche tradizioni popolari verso cui, se da un lato, era necessario garantire la continuità delle testimonianze di fede, dall’altro, era altrettanto necessario fossero in qualche modo rivelatrici della “nuova” identità nazionale. Nel caso specifico la novità fu l’introduzione dell’ elemento ludico-agonistico sull’antica “Festa a mare” dei pescatori di Ischia Ponte, determinando così un primo importante cambiamento di significato della ricorrenza, che da quel momento in poi si trasformò da semplice forma di devozione dell’effigie di Sant’Anna, protettrice delle partorienti, in Palio, con annesso premio per la barca meglio addobbata.
Insomma, Ischia è tutt’altro che una “semplice” località balneare ma una terra con una storia millenaria che non aspetta altro che svelarsi a chi ha occhi, testa e soprattutto voglia di conoscerla, a partire innanzituto dalle tante feste e ricorrenze popolari a carattere religioso che si svolgono durante l’anno.
In che modo questi scogli producono l’effetto della fecondazione?
Se si riferisce agli scogli di Sant’Anna non c’è nessun effetto fecondazione. I pescatori di Ischia Ponte si recavano con le mogli incinte in una piccola cappella dedicata a Sant’Anna in prossimità degli scogli omonimi. Il fine era “benaugurale”. Confidavano cioè nel buon esito della gravidanza invocando la protezione della madre di Maria.