Sono tante le cose che si possono fare in un giorno a Ischia. Infatti, oltre i parchi termali, i musei e il giro dell’isola, le escursioni sono un’altra opportunità da tenere in considerazione per una visita lampo sull'”Isola Verde”. Con ogni probabilità, la più bella di tutte, è quella che dalla Scarrupata di Barano porta fino a Punta San Pancrazio, estremità sud-orientale dell’isola.
Del resto, la Scarrupata e San Pancrazio sono tra le 5 insenature più belle dell’isola d’Ischia, assai frequentate dai diportisti che nei mesi estivi affollano il Golfo di Napoli. Decisamente di meno, però, i turisti che si cimentano con il sentiero che unisce le due baie, geologicamente il settore più antico del campo vulcanico ischitano.
La partenza è dal santuario della Madonna di Montevergine, sulla collina dello Schiappone (anche se nulla vieta di partire dalla frazione di Vatoliere, nel comune di Barano). Una piccola chiesa della prima metà del ‘600 che, a dispetto delle dimensioni ridotte, suggerisce un’idea di maestosità, inserita com’è in uno scenario naturalistico unico nel suo genere.
Per accorgersene basta percorrere le poche centinaia di metri che separano l’edificio dal belvedere della Scarrupata, primo step di quest’escursione. Il panorama è da togliere il fiato, specie nelle terse giornate invernali sostenute dalle leggere brezze di tramontana e grecale. Subito dopo la staccionata che delimita l’area c’è una ripida scala in pietra, al termine della quale comincia la seconda parte del sentiero che, alternativamente, conduce a Piano Liguori e/o San Pancrazio.
Punta San Pancrazio è una lingua di terra che declina, dolcemente, fino a mare. Un sentiero lungo, a tratti sdrucciolevole, e però in grado di emozionare come pochi altri luoghi nel pur splendido Golfo di Napoli. L’ultimo tratto di sentiero, poi, è tutto un susseguirsi di emozioni. Prima una casa rustica – significativa testimonianza dell’antica architettura rupestre dell’isola – con una piccola cappella votiva dedicata al santo; poi un vigneto, e infine un bellissimo uliveto tutto a terrazze che termina a strapiombo sul mare.
Un’escursione senz’altro faticosa, ma talmente suggestiva da esser stata ribattezzata “il sentiero dell’anima“. Al ritorno, si può scegliere di proseguire per Piano Liguori e di lì fino al borgo di Campagnano, oppure di tornare indietro al santuario dello Schiappone. Il consiglio è quello di proseguire per Piano Liguori, un tipico abitato rurale ischitano, celebre per il paesaggio e le forti pendenze dei suoi vigneti.
Ischia Vi aspetta!
esperienza gia´ vissuta. abbastanza faticosa, ma molto bella. con panorami stupendissimi.
persorso da campagnano, lato esterno. con la prima sosta allo agro turismo- cantina di francesco, poi verso piano liguori, con relativa sosta al ristorante.
discesa a punta panrazio et relativa salita. passaggio attraverso i vigneti e discesa per la scarrupata.schiappone. la stanchezza ci aveva preso, e cosi siamo ritornati a casa col bus. anche xke si era fatto sera.