Una primitiva cappella dedicata a Santa Sofia che grazie ai lasciti e all’autotassazione dei marinai del borgo diventa prima parrocchia e successivamente elevata al rango di collegiata. La Chiesa dello Spirito Santo a Ischia Ponte è tutto questo e anche di più: è anche, infatti, sede di venerazione di San Giovan Giuseppe della Croce, francescano alcantarino patrono del comune di Ischia, e insieme a Santa Restituta a Lacco Ameno, dell’intera isola.
La chiesa si trova proprio di fronte la Cattedrale dell’Assunta, a due passi dal settecentesco Palazzo dell’Orologio dove è ubicato il grazioso Museo del Mare. La sequenza che ha portato alla sua edificazione è assai simile a quella della Basilica Santa Maria di Loreto a Forio; compresa la costruzione di un piccolo ospedale addossato alla chiesa. Solo, nel caso di Forio l’ospedale è rimasto in funzione fino agli anni ’50 del secolo scorso (oggi adibito a museo), mentre a Ischia Ponte venne presto abbattutto per consentire l’ulteriore allargamento dell’edificio.
Due le considerazioni da fare. La prima riguarda il protagonismo dei pescatori che, a dispetto del loro esser minoranza, hanno molto inciso nel tessuto sociale e religioso dell’isola d’Ischia: chi fosse alla ricerca di altre prove di questa “centralità” presti attenzione agli ex voto custoditi nelle chiese del Soccorso e Santa Restituta. Scene di naufragio, ma anche di emigrazione, che spiegamo bene le angosce, le paure e le speranze di chi, per un motivo o l’altro, andava per mare. La seconda riflessione, invece, è legata alla capacità della chiesa cattolica di implementare un sistema di welfare ante-litteram che, specie su un’isola, ha avuto un’importanza cruciale.
Storia, religione ma anche arte e architettura. La Chiesa, come quasi tutte quelle costruite nei secoli XVII e XVIII ha un’impronta barocca sia pur mitigata, in un certo senso, dalla semplicità delle linee e della facciata. Due gli ingressi: il primo dalla strada principale pel tramite di un’imponente scala in piperno; il secondo, laterale, al termine della bellissima via Soronzano, strada di collegamento interna tra Cartaromana e Ischia Ponte.
La chiesa, a una navata e a croce latina, non presenta grandi opere d’arte eccetto una “Madonna delle Grazie” sull’altare del transetto di sinistra realizzata da tale Paolo De Matteis e una “Pentecoste” a ornamento dell’altare maggiore. Quest’ultima realizzata da Alfonso Di Spigna, uno dei due “pennelli sacri” – l’altro è Cesare Calise – cui dobbiamo molti degli affreschi nelle chiese in giro per l’isola.
Del resto, ed è la terza considerazione, l’arte sacra era il medium principale per la divulgazione dei precetti devozionali; di qui l’importanza sociale di artisti come il Di Spigna, in vita ricco possidente di Lacco Ameno nonchè, per diversi anni, priore dell’Arciconfraternita Santa Maria Visitapoveri a Forio.
Insomma, la Chiesa Collegiata dello Spirito Santo ha un’elevata importanza storico-religiosa. Visitarla significa, perciò, approfondire il “genius loci” di Ischia, un’isola dalla storia millenaria non riducibile al suo presente turistico. Da non perdere, la prima settimana di settembre, le celebrazioni in onore del santo patrono, con il borgo di Ischia Ponte tutto addobbato a festa per l’occasione.