Cartaromana è uno dei “luoghi dell’anima” dell’isola d’Ischia, incrocio di storia, arte, letteratura, religione e tradizioni popolari che spiegano il “genius loci” della più grande e bella delle isole del Golfo di Napoli. Tutto in uno specchio d’acqua di appena poche centinaia di metri chiuso, da un lato, dal maestoso Castello Aragonese; dall’altro, da una piccola spiaggia di ciottoli famosa per le sue vasche naturali di acqua calda dove, volendo, è possibile immergersi anche in inverno.
Qui, nel IV secolo a.C., i romani crearono un piccolo insediamento industriale con fabbriche per la lavorazione del piombo e dello stagno, da cui il nome “Aenaria” (aenus in latino significa metallo), uno dei tanti – Arime, Inarime, Pithecusa, Insula, Iscla Maior, Iscla, gli altri – con cui Ischia è stata identificata nel corso dell’antichità. Qui, una sorgente d’acqua, cui accenna anche il Boccaccio in una novella del Decameron, ha garantito per centinaia di anni l’approvvigionamento idrico degli abitanti di Ischia Ponte, storico cuore pulsante della vita economica e civile dell’intera isola d’Ischia. Ancora: qui la nobile famiglia d’armi spagnola dei Guevara ha costruito una delle sue innumerevoli residenze, una torre di guardia a protezione del Castello Aragonese, la fortezza fatta erigere da Alfonso “Il Magnanimo“.
Non è finita, perchè è sempre a Cartaromana che i pescatori di Ischia Ponte si recavano con le proprie mogli per invocare l’aiuto di Sant’Anna, protettrice delle partorienti, cui avevano eretto una piccola cappella proprio sotto la Torre Guevara. Da questa consuetudine ne è scaturita poi la celebre festa, la tradizione più importante dell’isola d’Ischia che ogni anno richiama, il 26 luglio, migliaia di turisti e fedeli per assistere alla spettacolare celebrazione nello specchio d’acqua ricompreso tra il Castello Aragonese e la collina di Soronzano.
Ed è proprio l’alveo che taglia la collina di Soronzano, un altro dei motivi di fascino di Cartaromana perchè, quasi fosse un salto nel tempo, conserva immagini e sensazioni di un’altra Ischia, di una piccola porzione di territorio che riesce a sopravvivere alla modernità del turismo. Da notare l’ampiezza del panorama, che arriva fino alla Mandra e la spiaggia dei pescatori, e lo sky line di Ischia Ponte, dominato dal “Maschio”, la residenza della famiglia reale in cima al Castello e dalla cupola della Cattedrale di fronte la Chiesa Collegiata dello Spirito Santo dove appunto termina via Soronzano.
Insomma, Cartaromana merita senz’altro una visita, anche per l’enorme pregio ambientale del suo tratto di mare, dove pare siano ancora presenti reperti archeologici dell’antica comunità di Aenaria e dove c’è un banco di Posidonia Oceanica, pianta acquatica che svolge un’importante azione di contrasto al fenomeno diffuso dell’erosione marina.
Magia dell’isola d’Ischia!!!