Settembre è senz’altro il mese più indicato per conoscere storia, tradizioni e luoghi dell’isola d’Ischia. Dopo i ritmi frenetici di luglio e agosto, quando l’isola lavora a pieno regime come “semplice” località balneare, è a settembre che Ischia torna a essere quello che è sempre stata: un’ “isola di terra”, a fortissima vocazione agricola, con la vite, l’uva, a dominare paesaggio e immaginario collettivo.
Infatti, dalla seconda metà di settembre fino alla prima decade di ottobre, a Ischia è tempo di vendemmia: un rito che coinvolge tantissime famiglie e che, da qualche anno, grazie a bellissime iniziative come “Andar per cantine”, è diventata occasione propizia per far conoscere a tanti turisti, italiani e stranieri, la storia e le tradizioni dell’isola più grande del Golfo di Napoli.
“Andar per Cantine” è un tour enogastronomico che fa tappa per cantine e tenute agricole dell’isola d’Ischia. Organizzata dalla ProLoco di Panza (frazione del comune di Forio), questa manifestazione cresce anno per anno, di pari passo con l’aumento del numero di visitatori (tra cui anche tantissimi residenti) desiderosi di conoscere e (ri)scoprire l’arte della viticoltura ischitana. E da vedere c’è davvero molto, tanto che un occhio attento coglie subito le differenze – dovute all’esposizione geografica e alla diversa orografia dei terreni -, tra la coltivazione della vite nel versante nord-orientale e quello sud-occidentale dell’isola. Detto delle differenze, che riguardano soprattutto la maggiore ripidità dei terrazzamenti del versante nord orientale (Casamicciola, Ischia e parte di Barano), è chiaro che le analogie sono molte di più, a partire dalle tracce comuni dell’antica architettura rupestre.
Cellai scavati a mano nel tufo verde del Monte Epomeo; gli antichi palmenti in lapillo per la spremitura dei grappoli; l’utilizzo della pietratorcia, un complesso sistema di contrappesi per la seconda spremitura. E ancora le botti in legno, oggi sostituite quasi del tutto dai più pratici sylos d’acciaio; le antiche solfatrici per la somministrazione degli anticrittogamici a base di zolfo e rame. Questo è quello che si incontra in ognuno degli itinerari proposti che, ovviamente, sono stati rinominati con i nomi dei vitigni autoctoni più diffusi sull’isola d’Ischia: biancolella, forastera, per ’e palumm. Un ottimo compendio di quanto detto è sicuramente “Il Museo del Contadino” all’interno della storica cantina della D’Ambra Vini, azienda vanto dell’isola d’Ischia, nonché leader del mercato enologico con alcuni vini da anni stabilmente inseriti nei circuiti nazionali DOC e IGT.
Ma l’offerta di Andar Per Cantine non si limita alla conoscenza dei soli paesaggi agricoli, perchè all’interno dei percorsi sono stati inseriti i bellissimi sentieri di Panza, due escursioni di elevatissimo pregio ambientale, pure queste rese nuovamente fruibili dai volenterosi soci dalla locale ProLoco. Non solo. Anche la passeggiata che parte dal Monte Buceto, la montagna da cui sgorga l’omonima fonte di Buceto, e passa per Piano San Paolo e gli antichi villaggi rurali di Candiano e Buonopane è stata inserita nel programma delle visite. In queste escursioni sono naturalmente presenti guide esperte in grado di raccontare in profondità particolarità geologiche e culturali delle località visitate. L’unica precauzione è quella di un abbigliamento adatto a questo tipo di passeggiate.
Quindi natura, cultura e…tanto cibo. Già perchè in ognuna delle cantine visitate non mancano mai bruschette, zeppole, salatini, antipasti di formaggi, tutte leccornie funzionali all’assaggio e, perchè no, all’acquisto dei vini proposti.
“Andar per cantine” è l’ennesimo appuntamento su un’isola, Ischia, a proposito della quale il poeta e letterato Libero De Libero, amava ripetere che è “grande come un continente”. Certamente non si riferiva all’estensione territoriale, ma alla varietà di ambienti e “tipi” che può capitare di incontrare in giro per il territorio. Conviene perciò “esserci”. Ancora di più in concomitanza con un’iniziativa bella e di grande riscontro popolare come Andar per Cantine. Magia dell’isola d’Ischia.
Ho letto con curiosità e ammirazione, tutto cio che faceva mia madre Raffaela Ferrandino, in queste terre, da piccolina. Lei lavorava con suoi nonni e zii, faceva dei dolce, il vino, il pesce in sale, il limone con la carta, il pomodoro in bottiglie, cose che io adesso vorrei vedere con miei occhi. Io abito in Argentina, dal 1951. Adesso ne ho 69, e ne ho tanta voglia di tornare a vedere mia isola, tanto bella e miei cuggini: Enza, Agostino, Giuseppina ed altri. Mi ha riempito il cuore. tante grazie..Maria Carfagno. Arroyo Seco. Pcia Santa Fe. Rep- Argentina.
Di niente, signora Carfagno, grazie a Lei