Da anni, sull’isola d’Ischia, tiene banco il dibattito su quale sia la migliore configurazione amministrativa per il territorio. Il campo è diviso tra i sostenitori del comune unico, già sperimentato dal 1938 al 1945 e quelli che, invece, difendono gli attuali sei comuni. C’è però una terza opzione che, seppure non ufficiale, da sempre è presente nel “parlato” degli ischitani. La divisione tra il versante meridionale – mer ‘e copp in dialetto – e il versante settentrionale dell’isola. Una divisione informale, cui però non mancano argomenti storici e topografici. Chi volesse approfondire questi aspetti, farà bene perciò a visitare il comune di Serrara Fontana.
Non solo Sant’Angelo e il Monte Epomeo. Serrara Fontana è un microcosmo affascinante alla cui scoperta conviene dedicare almeno un giorno delle propria vacanza a Ischia. I borghi contadini di Calimera e Noia, il sentiero dei Pizzi Bianchi, la passeggiata di Via Andrea Mattera e la diramazione, bellissima, di Via Iesca sono tutte significative testimonianze della diversa orografia della costa meridionale dell’isola d’Ischia. Un versante caratterizzato da alte falesie e profonde cave, in più di un caso veri e propri canyon che declinano fino a mare.
Da non perdere, il Belvedere di Serrara, in assoluto uno dei punti più panoramici dell’isola (secondo alcuni il più bello) con una vista che abbraccia l’intero versante meridionale: da Buttavento e Costa Sparaina, nel comune di Barano fino al Monte di Panza, a Forio. Di fronte, l’abitato di Sant’Angelo e la “Torre”, l’isolotto tufaceo collegato da un istmo alla piazzetta del borgo.
A Fontana, invece, troviamo la Chiesa Santa Maria della Mercede, protettrice dei cristiani prigionieri dei musulmani. Un indizio di quanto le terribili incursioni saracene – assai frequenti nella prima metà del XVI secolo – siano state temute dalla popolazione locale. Da qui il forte bisogno di protezione spirituale a integrazione di quella territoriale assicurata dal Monte Epomeo, alle cui pendici riparava il clero ischitano tutto e parte della popolazione dai casali a valle.
Insomma c’è una parte di Ischia che ha conosciuto prima il commercio e gli scambi con la terraferma e un’altra, invece, in cui il retaggio dell’identità contadina e della funzione, quasi subliminale, della montagna alle spalle gioca ancora un ruolo decisivo nella formazione caratteriale dei suoi abitanti. Del resto, della diversità, anche linguistica, dei serraresi se ne era accorto già il professor Kaden Woldemar, autore, alla fine dell’800 di un importante saggio sugli aspetti naturali, topografici e storici dell’isola d’Ischia.
Ancora oggi, perciò, conviene partire dalle differenze per apprezzare meglio l’unicità dell’isola d’Ischia. Conviene partire dalla storia naturale e sociale di Serrara Fontana, il comune alle pendici del Monte Epomeo.
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